LA SALUTE É UNA SCELTA DI VITA

Essere sani e felici si puó. Tutto quello che pianterai dará un giorno un raccolto, e dalla qualitá della semina, piú che da fattori esterni, dipende la qualitá dei frutti che raccoglierai.
Conosci te stesso, per migliorare la tua semina presente, e la tua raccolta futura.
La felicitá comincia adesso!

sabato 23 luglio 2022

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martedì 29 agosto 2017

QUELLO CHE NON SO DI ME, seminario esperienziale attraverso la tecnica dello Psicodranna

QUELLO CHE NON SO DI ME. Lavoro sulle polarità, attraverso la tecnica dello Psicodramma. Con la dott.ssa Deborah Trinchi, psicologa, psicoterapeuta, formatrice.
segui il blog tramite e mail e rimani aggiornato sui prossimi eventi.

sabato 26 agosto 2017

LA RICERCA DELLA FELICITA'

Questo è un post autobiografico, visto che non sono in grado, come psicologa e come ricercatrice, di dare una definizione della felicità esaustiva, posso azzardare delle descrizioni, ma nulla vale di più della personale esperienza.
A volte le persone hanno molto e non lo vedono, allora sono inquieti, ansiosi, vagano intorno alle proprie nevrosi e appresso a chimere future. Vedono la felicità come qualcosa che si ottiene avendo ciò che più desiderano, qundi sempre proiettati nel futuro.
La cosa più frequente che si fa in questi casi è lo spostamento. Si sposta l'obiettivo, si comprano cose, si fanno esperienze a gogo per acquisire materiale per essere felici. Non si apprezza, a volte, l'esperienza in sé, ma più il ricordo di essa. Si vive nel presente o nel futuro.
Poi arriva il viaggio, il classico viaggio per trovare sé stessi, che può durare un giorno o mesi. Il mio è durato anni.
Si va lontani, per andare vicino, dentro di sé. Il luogo più lontano.
Si torna, si va, si torna di nuovo.
La felicità continua imprigionata in piccoli ricordi, intensi, ma che hanno già il sapore della perdita, del passato.
Infine si smette di cercare. E qualcosa ci piomba addosso. Un libro, un incontro, molti altri in seguito, un cammino interiore, uno spirituale.
Poi arriva il compromesso, la scelta, il matrimonio, i conflitti.
Infine ci si stanca di lottare, e ci si abbandona, come quando nel mare calmo ti metti a morto a galla, e dopo non devi fare nulla, non hai impegni, senza fretta.
Allora succede qualcosa. Il sacrificio, la sofferenza, cominciano ad essere più lievi, quasi belle. Finché tutto ha un senso. Preciso e amabile. Tutto è ordine e bellezza. L'angolo della casa, il sorriso della bambina, la quiete della notte. Il calore della doccia, la morbidezza del cuscino.
E la gratitudine trabocca dal cuore, in un flusso continuo e dolce.
Questa è la mia felicità.

giovedì 24 agosto 2017

MA QUANTO DEVE DURARE UNA PSICOTERAPIA?

MA QUANTO DEVE DURARE UNA PSICOTERAPIA?


Di frequente le persone mi domandano quanto è la durata della psicoterapia, vediamo di chiarire alcuni punti importanti.
Ogni approccio, o scuola di psicoterapia, è diverso nel metodo e nella durata del trattamento. Ci sono delle scuole più brevi, e focalizzate sul sintomo, ed altre che vanno più in profondità e hanno una durata maggiore.
Tutti gli approcci chiamati "del profondo", tra cui la Gestalt, che è quello che io uso, hanno come obiettivo curare i meccanismi patologici, quelli che ci fanno soffrire, definitivamente, e cambiarne gli schemi nevrotici sottostanti.
Curare una nevrosi, o altre patologie non è come prendere un farmaco per far andare via l'influenza, non abbiamo una "malattia" che dopo un po se ne va e siamo guariti. Se i nostri schemi comoportamentali,  il nostro stile affettivo e relazionale, ci fanno soffrire, ciò è dovuto a una difesa "creativa" che abbiamo attuato nell'infanzia, a volte molto remota, per reagire all'ambiente, difesa che diventa inadatta quando siamo adulti. Ciò vuol dire che la nostra casa, il sé, ha i mattoni delle fondamenta friabili o non buoni e, quando una casa ha le fondamenta inadatte che si fa? Si mette mano alla sua struttura. Non c'è da preoccuparsi, nessuno abbatterà una casa tanto faticosamente costruita, che merita rispetto e amore, no. Sarà il paziente stesso, che trovando nuovi mattoni, lascerà andare quelli che non gli servono più, e lo psicoterapeuta lo aiuterà nel processo di costruzione e consapevolezza.
Si capisce, qundi che il percorso, per essere definitivo ed efficiente deve durare, in genere, qualche anno. d'altronde ci abbiamo messo anni per costruire i nostri copioni.
Esistono terapie che durano alcuni mesi soltanto. Ma, giudicherà il paziente, insieme al suo terapeuta, quanto vuole e può mettersi in giuoco. E sentirà quanto tempo, fiducia e lavoro serve per creare una relazione fruttuosa, nutriente, che dura nel tempo, una relazione che cura.

venerdì 18 agosto 2017

COME SI DIVENTA PSICOLOGO. DIFFERENZE TRA PSICOLOGO, PSICOTERAPEUTA E PSICHIATRA


Molte persone mi domandano, che differenza c'è tra psicologo, psichiatra e psicoterapeuta? Molta confusione in questa area, che crea problemi nella ricerca della giusta figura professionale, adatta alla circostanza. Per questo mi è venuta l'idea  di scrivere un breve articolo che può aiutare a fare chiarezza.

COME SI DIVENTA PSICOLOGI?

Per diventare psicologo bisogna intraprendere un percorso di laurea in Psicologia, che dura cinque anni, con una Tesi finale.  Finito il quale, occorre conseguire l'abilitazione alla professione, attraverso un esame, l'esame di stato, che si svolge in tre fasi, per fare ciò si impiegano circa sei mesi.
Nel frattempo è previsto lo svolgimento di un anno di tirocinio all’interno di strutture pubbliche o private convenzionate con l’Università di provenienza ed infne, iscriversi all'Ordine degli Psicologi, della regione italiana di residenza o di un'altra regione. Esiste un Ordine Nazionale degli Psicologi, che regolamenta tutti gli Ordini regionali.
Solo l’iscrizione all’Ordine degli Psicologi da, quindi, diritto ad esercitare tale professione ed offre garanzie sulla qualità dell’intervento.
Esistono all'interno delle università indirizzi formativi diversi - i principali sono quelli in psicologia clinica e di comunità, in psicologia del lavoro e delle organizzazioni, in psicologia dello sviluppo e dell'educazione, in psicologia generale e sperimentale - i quali forniscono competenze solo in parte diverse.
Normalmente, chi vuole intraprendere l'attività privata di psicologo, sceglie il primo indirizzo, quello clinico.
L’alta vigilanza sull’Ordine Nazionale degli Psicologi spetta al Ministero della Salute (art. 24, comma 2, Legge 31/2008) il quale riconosce la Psicologia come professione della salute (per approfondimenti: legge n. 56 del 18 febbraio 1989 “Ordinamento della professione di Psicologo”).


CHE COSA PUÒ FARE LO PSICOLOGO

 Tutti gli Psicologi possono, dopo l’iscrizione all’Albo, effettuare colloqui di sostegno, somministrare test e attuare consulenze diagnostiche e psicologiche (vedi DPR 328/01).
Quel che gli psicologi , senza specializzazione in psicoterapia, non possono fare è svolgere una terapia per i disturbi psicologici, ma solo evidenziarne di eventuali durante il lavoro di consulenza, appunto diagnosi.
La cura dei disturbi psicologici attiene allo psicoterapeuta.
Lo psicologo non fornisce, inoltre, ai suoi pazienti un aiuto farmacologico, che spetta unicamente a professionisti iscritti all’Albo dei Medici, quindi gli psichiatri. In caso di bisogno lo psicologo invierà il paziente presso uno psichiatra, per il supporto farmacologico, oltre alla psicoterapia.

CHI È LO PSICOTERAPEUTA

Per diventare  Psicoterapeuta, lo psicologo, o il medico, deve iscriversi ad una Specializzazione, post universitaria,  di almeno quattro anni in una struttura riconosciuta dal M.I.U.R (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) - . Durante questo percorso è obbligatorio un tirocinio di minimo 400 ore presso strutture convenzionate. La maggior parte delle scuole di psicoterapia richiedono un percorso di analisi personale e di gruppo, a cui lo stesso psicoterapeuta è tenuto a sottoporsi prima del termine dell’iter formativo. Dunque lo psicoterapeuta può essere sia medico che psicologo; nel caso che sia psicologo può esercitare tutte le attività dello psicologo ed in più la psicoterapia, nel caso che sia medico può esercitare le attività del medico - fra cui la prescrizione di farmaci - e quelle dello psicoterapeuta.

CHE COSA FA LO PSICOTERAPEUTA
 
L'attività dello psicoterapeuta è una pratica terapeutica che si occupa del miglioramento della qualità della vita del paziente, che intraprende con lui un percorso di conoscenza di sé, delle parti inconsapevoli, che possono causare dei disturbi. La psicoterapia cura disturbi psicopatologici della psiche umana di natura ed entità diversa, che vanno da forme di modesto disagio personale alla sintomatologia grave, ed agisce attraverso l’utilizzo di due strumenti, il colloquio clinico, e la relazione terapeutica. Nelle psicoterapie Gestalt e Bioenergetica si usano anche diverse tecniche tra cui analisi posturali, visualizzazioni, psicodramma ed altre.
La psicoterapia va quindi più in profondità rispetto alla consulenza psicologica. Lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci. Le scuole di specializzazione che permettono l'iscrizione all'albo degli psicoterapeuti sono varie e si differenziano a seconda del quadro teorico di riferimento.

CHI È LO PSICHIATRA

Lo Psichiatra è laureato in medicina, ha conseguito una specializzazione post lauream in Psichiatria. È orientato a trattare i disturbi mentali da un punto di vista medico, considerando il funzionamento o non funzionamento del sistema nervoso in senso biochimico e attraverso la prescrizione di psicofarmaci. Per la cura di specifici disturbi può essere indicato che lo Psicologo Psicoterapeuta collabori con lo Psichiatra nella presa in carico del paziente e che quindi alla psicoterapia si associ una terapia farmacologica. Solo qualora abbia effettuato un percorso formativo in psicoterapia lo Psichiatra è abilitato al suo esercizio, per cui, tra gli Psicoterapeuti, si possono trovare anche Psichiatri Psicoterapeuti.

ALTRE FIGURE

  Recentemente sono presenti altre figure.come Counselor e Coach,  che si occupano di orientare il cliente in questioni più semplici e circoscritte. Tali figure, a tutt'oggi, non sono regolamentate, legalmente.
Nel pieno riguardo di ogni professionalità e della libertà di rivolgersi alla figura prescelta, si consiglia di chiedere sempre le dovute informazioni al professionista contattato, in merito alla sua formazione, al numero d’iscrizione all’Albo, alle competenze ed al tipo d’intervento proposto, nel rispetto della chiarezza deontologica e della tutela della propria salute.

Dr. Deborah Trinchi
Psicologa Clinica e Psicoterapeuta Gestalt
Iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio n.9823 data iscrizione 11/07/2001
Specializzazione in Psicoterapia della Gestalt, alla Fondazione Gestalt Sig Roma
nel 2003


https://www.facebook.com/dtrinchipsicologa/

pagina facebook psicologia gestalt a Roma

venerdì 7 aprile 2017

REGRESSIONE ALLE VITE PASSATE

CONOSCI TE STESSO. PSICOLOGIA È SALUTE: REGRESSIONE ALLE VITE PASSATE: Sta arrivando la serata molto attesa, una Regressione in gruppo al passato, chissà se riusciremo a vedere e sentire altre vite, altre perso...

sabato 4 marzo 2017

La storiella del gatto e il topolino - una regola delle relazioni interpersonali

       
C'era una volta un gatto, che inseguiva sempre un topolino, ma non riusciva mai a prenderlo.
Il topolino scappava e era piuttosto stressato, sentendosi sempre sotto pressione, ma in cuor suo era anche parecchio lusingato, perché era oggetto di tante attenzioni.
Il gatto invece si sentiva giù e cominciava ad avere seri problemi di autostima, visto che il suo desiderio era costantemente frustrato.
Un giorno il gatto si fece male alla zampetta e quindi se ne stava buono buono nella sua cuccia, senza fare la consueta caccia al topolino.
Il topolino uscì dalla sua tana, si guardò intorno circospetto, vide che era tutto tranquillo ed esultò: "Aaah, finalmente posso girare tranquillo senza il fiato sul collo di quell'antipatico di gatto".
Dopo un po' cominciò a sentirsi strano, non sapeva che fare, aveva molto tempo libero, troppo. E cominciò ad avvicinarsi alla cuccia del gatto, che, non si alzava.
Il topolino scodinzolava e passeggiava proprio lì davanti, ma il gatto...niente.
Il gatto era triste perché non poteva correre dietro al topolino, ma ben presto cominciò a sentirsi meglio. Osservava che il topolino era nervoso, e continuava a girarli intorno, anche se non lo poteva prendere era felice di essere ora lui, oggetto delle attenzioni del topolino.
e  due diventarono amici....

La regola dell'IPER e dell'IPO.

Alcune persone si sentono come il gatto, girano attorno al partner cercando di prenderlo, cercando le sue attenzioni, senza riuscirci. Il partner "topolino" si può sentire braccato ma in fondo sicuro di sé. Ha tutto il potere. Mentre il gatto comincerà a sentirsi vinto, scoraggiato, debole, e spesso le sue relazioni naufragheranno. Il topo, stanco, lo lascerà.

Se sei in questa situazione ricorda una regola base della relazione:

Il gatto, ovvero la persona iper, che presta moltissime attenzioni, non ricambiate, al partner, se vuole invertire la relazione o quantomeno renderla pù equilibrata, deve fare un esercizio d volontà, e diventare ipo, cioè il topo. Siccome la relazione è un sistema, riducendo la attività di un membro del sistema anche l'altro, per forza di cose, sarà costretto cambiare per riadattarsi al sistema. E' una relazione matematica.

Questo naturalmente non è facile, perché siamo abituati ai nostri schemi comportamentali da molti anni. il primo passo è essere consapevole di questo meccanismo. Secondo provare a cambiarlo. Terzo, cercare una terapia che aiuti a cambiare schema in modo più agevole e definitivo.